Proteine e i reni.

Proteine e i reni. 

Dal momento che le proteine devono essere filtrate attraverso il rene (come l’urea), si è ipotizzato che un eccessivo apporto di proteine possa essere dannoso per la funzionalità renale. Nel 1983, i ricercatori scoprirono che assumere più proteine aumenta il tasso di filtrazione glomerulare (Glomerular Filtration Rate, GFR), che potrebbe essere considerato come la quantità di sangue che i reni filtrano al minuto. Da questa scoperta, alcuni teorizzarono che un maggiore tasso di GFR ponesse i reni sotto maggiore stress.Proteine e reni

 

 

 

 

 

 

 

L’inconsistenza di questa logica è duplice.

In primo luogo, gli studi da cui sono state estrapolate tali conclusioni, erano sempre basate su analisi epidemiologiche che rivelavano come, su soggetti con disturbi renali pre-esistenti, diete ricche di proteine aggravano lo stato del rene (Brenner et al., 1982).

Quando le proteine nella dieta venivano ridotte, nelle persone che soffrono di malattie renali, la progressione verso lo stadio finale della disfunzione veniva ritardata o bloccata (Salahudeen et al., 1992). Quindi, non si esclude, che un soggetto con funzionalità renale compromessa possa accusare problemi causati dall’assunzione di proteine in eccesso.

Ciò non può essere esteso anche agli individui sani.

Gli individui con insufficienza renale totale (che devono sottoporsi a emodialisi) devono consumare una dieta a basso contenuto di proteine, per non sovraccaricare i reni. Effettivamente, raddoppiando ad esempio la dose proteica prescritta dalla RDA. Il tasso di filtraggio nei reni aumenta del 90%. Anche una sola alta somministrazione di proteine può aumentare il tasso di filtraggio del 20% o più per diverse ore.

Sta di fatto che negli individui sani

non è mai stato dimostrato che il regime iperproteico causi problemi renali.

È stato stabilito, che un maggiore apporto proteico porta, a delle alterazioni adattative nelle dimensioni e nella funzione del rene, senza però causare effetti avversi. E che, l’introito proteico non è correlato con il declino della funzione renale nel tempo. Come discusso da Walser, la connessione tra assunzione proteica e funzione renale compromessa non può essere sostenuta per diversi motivi:

(1) la restrizione calorica è più efficace nei ratti rispetto alla restrizione proteica nel ritardare il declino della funzione renale associato all’età;

(2) la restrizione proteica tende a ridurre il GFR piuttosto che aumentarlo;

(3) non vi è certamente alcuna prova a supporto del fatto che un elevato apporto di proteine provochi una progressiva riduzione della funzione renale.

Walser concluse, che è chiaro che la restrizione proteica non previene il declino della funzione renale con l’età, e, di fatto, è la principale causa di tale declino. Secondo Walser, un modo migliore per prevenire il declino sarebbe quello di aumentare l’assunzione di proteine.

Alcune ricerche

sia su animali che sull’uomo, suggeriscono addirittura un effetto benefico di un alto apporto proteico sulla funzione renaleInoltre, diverse popolazioni nordiche come quelle del Nord Canada o gli Inuit dell’Alaska, arrivano a consumare fino a 3 g/kg durante il corso della loro vita. Ma senza accusare effetti avversi sulla salute, dovuti all’alimentazione iperproteica.

In sintesi, gli adattamenti della funzione renale, che sono spesso interpretati come indice di affaticamento o danni, hanno maggiori probabilità di essere semplicemente normali effetti di un adattamento all’assunzione di maggiori quantità di proteine.

Da un punto di vista puramente empirico, se si considera il numero di individui che consumano alti apporti proteici per lunghi periodi di tempo, ci dovrebbe essere una maggiore incidenza di problemi renali, ma tale conclusione non è mai stata segnalata nella letteratura scientifica.

In realtà ben poche ricerche hanno esaminato direttamente l’impatto di apporti proteici molto alti sulla funzione renale degli atleti. Uno studio ha esaminato l’impatto di 2,8 g/kg di proteine sulla funzione renale di culturisti. Sebbene questi di norma, consumassero proteine oltre il necessario ai fini dell’aumento della massa muscolare,

Gli li autori conclusero

che l’assunzione di proteine non sembra essere associata con il declino della funzione renale. Secondo uno dei ricercatori più noti,  Peter W Lemon, “se le diete ad alto apporto proteico portano i reni sani a diventare disfunzionali. per questo motivo, ci si aspetterebbe di vedere molti atleti accusare di problemi renali“. Quando invece gli atleti consumano quantità di proteine di gran lunga superiori al RDA. I problemi renali inoltre sono sostanzialmente inesistenti nella comunità del culturismo.  Dove l’assunzione, estremamente alta di proteine è la norma da più di mezzo secolo.

Per concludere

Già nel 1989 il National Academy of Sciences National Research Council indicò che, non ci fosse alcuno studio su esseri umani, che sostenga che l’eccesso di proteine porti a problemi renali. Ma anche altre evidenze scientifiche più recenti, suggeriscono che non vi siano dati che indichino come un’assunzione fino a 3 volte la dose giornaliera raccomandata (RDA) [2.4 g/kg/die], possa portare a malattie renali (Lemon, 1995). Infine una metanalisi sulle ricerche scientifiche conclude che:

Allo stato attuale non vi sono indicazioni sufficienti

perché vengano emanate direttive pubbliche per limitare il consumo di proteine in adulti sani.  E con lo scopo di preservare la funzione renale. In generale, secondo i dati del Institute of Medicine, non sono mai stati documentati effetti nocivi con introiti proteici superiori ai 2 gr/kg.

Vedi anche: https://www.fitnesspassion.it/alimentazione/proteine-reni