funzioni del fegato

La depurazione del fegato e della cistifellea contribuisce allo stato di salute e al benessere dell’individuo. Secondo Andreas Moritz la maggior parte dei calcoli si formano nel fegato, mentre relativamente pochi nella colecisti. Solo alcune delle università più all’avanguardia nella ricerca, come la prestigiosa Johns Hopkins University, descrivono e illustrano questi calcoli epatici nel materiale bibliografico presente nei loro siti web, definendoli “calcoli biliari intraepatici”. Altro materiale in merito si può trovare nel libro della dott.ssa Hulda Clark: The Cure for all Diseases, Copyright 1995 by Hulda Regehr Clark, Ph.D., N.D. Alla voce “Liver cleanse” c’è tutta la trattazione specifica (clicca qui per accedere al testo in inglese). La pratica è praticamente identica a quella di Moritz che è quella qui proposta. La dott.ssa Clark scrive nel suo libro: Nessuna infezione allo stomaco, come ulcere o il gonfiore intestinale può essere curata in modo permanente, senza rimuovere questi calcoli dal fegato.

DISTURBI CAUSATI DALLA FORMAZIONE DI CALCOLI
I calcoli che si formano all’interno del fegato costituiscono il maggiore impedimento all’acquisizione e al mantenimento di un buono stato di salute, della giovinezza e della vitalità. La maggior parte delle persone che presenta un disturbo fisico di qualunque natura riporta livelli ematici di enzimi epatici pressoché normali nonostante molti soffrano di una congestione epatica. I livelli ematici di enzimi epatici, infatti, risultano elevati solo a fronte di un avanzato stato di distruzione cellulare nel fegato, come nel caso, per esempio, dell’epatite o dell’infiammazione epatica: le cellule del fegato, infatti, contengono una grande quantità di enzimi che, se danneggiati, entrano nel flusso ematico e segnalano l’esistenza di anomalie nel fegato. Possono addirittura essere necessari anni interi di congestione epatica prima che tale situazione si verifichi. Di conseguenza, i normalissimi esami clinici del sangue non rappresentano una metodologia affidabile per rilevare la presenza di calcoli epatici. Di fatto, la maggior parte dei medici non sa neppure che essi si trovano lí.

LA FUNZIONE DEL FEGATO

La bile è un liquido alcalino amaro di colore giallo, marrone o verde prodotto dal fegato che supporta diverse funzioni, ognuna delle quali si riflette sullo stato di salute degli organi e degli apparati del corpo umano. Oltre a contribuire alla digestione dei cibi ricchi di grassi, calcio e proteine, la bile serve a mantenere i normali livelli di grasso nel sangue, a eliminare le tossine dal fegato, a conservare un adeguato equilibrio acido/alcalino nel tratto intestinale e a evitare lo sviluppo di microbi dannosi nel colon. Per poter assolvere alla sua funzione che prevede il mantenimento di un apparato digerente sano e forte, e l’alimentazione delle cellule del corpo tramite la corretta quantità di nutrienti, il fegato deve produrre 1,1-1,6 litri di bile al giorno: una produzione anche di poco inferiore a tale indicazione causa problemi legati alla digestione del cibo, all’eliminazione dei prodotti di scarto e allo sforzo costante da parte del corpo di depurare il sangue. Purtroppo molti individui ne producono solo una quantità pari a una tazza piena o poco meno. Il fegato esercita il controllo diretto sulla crescita e il funzionamento di ogni cellula del nostro corpo: qualsiasi malfunzionamento, insufficienza o crescita anormale delle stesse cellule è sostanzialmente riconducibile a uno scarso livello di attività epatica.

COMPOSIZIONE DEI CALCOLI
La maggior parte dei calcoli biliari nel fegato e nella cistifellea è costituita dalle stesse componenti contenute nella bile liquida, che si compongono principalmente di colesterolo. Diversi calcoli sono composti da acidi grassi e altro materiale organico finito nei dotti biliari; il fatto che questi calcoli siano perlopiù grumi congelati di bile o di materia organica li rende praticamente “invisibili” al monitoraggio effettuato dalle tecnologie a raggi X, ultrasuoni e tomografia assiale computerizzata (TAC). La situazione, invece, è diversa per quanto riguarda la colecisti, nella quale una parte dei relativi calcoli, solitamente circa il 20% del totale, è costituita interamente da sostanze minerali, perlopiù sali di calcio e pigmenti biliari. I moderni strumenti di diagnosi possono facilmente rilevare la presenza di tali calcoli induriti e di dimensioni relativamente ragguardevoli, mentre tendono a non identificare quelli più morbidi e meno calcificati che si raccolgono nel fegato. Solo quando i calcoli sono presenti in quantità eccessive, sono prevalentemente composti da colesterolo (85-95% colesterolo) o da altri grumi di grasso o di bile indurita e bloccano i dotti biliari epatici, gli ultrasuoni sono in grado di identificare quello che viene comunemente chiamato un “fegato grasso”. In questi casi le immagini degli ultrasuoni evidenziano un fegato quasi completamente bianco (e non di colore scuro). Un fegato grasso può arrivare ad accumulare fino a 20.000 calcoli prima di cedere al soffocamento e smettere di funzionare.

BENEFICI DELLA PRATICA DI DEPURAZIONE
Rimuovendo i calcoli biliari attraverso una serie di lavaggi epatici, sottoponendosi a una dieta bilanciata e mantenendo uno stile di vita regolare, il fegato e la cistifellea saranno in grado di ripristinare la loro naturale efficienza facendo sì che la maggior parte dei sintomi di malessere e disturbo del corpo inizino ad attenuarsi. Le allergie risulteranno ridotte o addirittura scomparse, il mal di schiena diminuirà in termini di intensità e il livello di benessere migliorerà in modo significato. Ripulire i dotti biliari del fegato dai calcoli biliari è una delle procedure più importanti ed efficaci che permettono di recuperare e migliorare lo stato di salute.

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